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esprimerci coi gesti, sì nobile per la sua origine, sì vago, rallegrante, e piacevole nel suo esercizio, sì utile, e tal volta necessario pe’ suoi effetti, rimanesse ancora inonorato e negletto.
2. Oggetti dell’opera. Non ci stancheremo mai di ripetere, che la idea principale della nostra intrapresa è l’offrire al pubblico un saggio della mimica de’ Napoletani, e del suo concatenamento con quella degli antichi. Ciocchè abbiamo detto, e diremo sulla difficoltà di questa scienza, dimostra abbastanza, che non si può pretendere altro da colui, che il primo tratti un tale argomento. Se mai l’autore giungerà a tracciare una strada qualunque fra questo tanto folto, quanto spinoso bosco, avrà certamente acquistato un dritto alla gratitudine de’ dotti, non che de’ curiosi di ogni classe. Ciò posto, veniamo ad esporre, ed anche con ingenuità le idee che abbiamo avute presenti nel distendere questo tentativo.
Come da quello, che dicemmo nel n. 1. il figlio primogenito del nostro pensiero su quest’opera fu l’antichità figurata, e le ricerche da farsi su di essa; così a questo sempre abbiamo dirette le nostre cure nel ragionare sulla mimica; e dopo dell’antico ci siamo con tutto l’animo rivolti al moderno. Se poi col fatto si vede che tutti i nostri discorsi incominciano dal moderno, si è, perchè lo crediamo il primo anello di questa catena; anzi il primo scalino per montare al