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VI

non poco impegno d’istruirsi sulla nostra mimica, sia antica, sia moderna; ed appena giungevano a gustarne qualche tratto, che si mostravano sorpresi e soddisfatti insieme. Infine, in progresso di tempo ci accorgemmo, che le loro inchieste non erano figlie di una vana e passaggiera curiosità, ma dell’impegno di conoscer bene siffatte materie, e profittarne: come infatti non han mancato di occuparsene; e nelle loro ulteriori produzioni darne delle dotte ripruove. Questi fatti accompagnati dalle incessanti premure a noi fatte da non pochi di essi, erano uno stimolo sufficientemente forte a farne determinare di accingerci all’opera. Il moderno ha benanche avuta la sua parte in questa nostra determinazione.

Vedevamo con pena tanti bravi nostri artisti, i quali per contentare la giusta curiosità degli esteri, non cessavano, come tutt’ora non cessano, a comporre delle graziose Bambocciate, per rappresentare gli usi di queste contrade; ma sventuratamente, ancorché dessero a queste loro composizioni il nome di Bambocciate parlanti, queste ben rare volte parlano. Per lo più le loro rappresentanze dicono o nulla, o ben poco. Le figure sono bene aggruppate, ma nei loro gesti vi si vede una tediosa monotonia, ed un bisogno di vivacità, e di queir anima, che non suole mancare ai nostri venditori, o ad altri che conversano fra di loro. Immaginammo perciò da prima di dare alla luce una raccolta di Bambocciate esclusivamente