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IV

si aggiunga di più la pratica, che ha luogo presso tutte le nazioni viventi, e vedrassi quanto poco si conosce della forza mimica dell’uomo, e quant’altro mai abboasi ad osservare di essa. Ma quest’Oceano di scibile arrestar non dee quell’uomo, i di cui passi arrestati non furono, nè atterriti dal vero Oceano dell’infido elemento. Coraggio dunque. Cominciamo quindi dal valicare i lidi ben noti; chi sa se da questi non si possa un giorno giungere alla scoverta di altre ancora ignote terre? Quella fiamma che non ci abbandona se non con l’ultimo respiro, la speranza cioè, ci guiderà forse ad altri porti sicuri, ed a novelle scoverte. Entriamo dunque francamente in materia dopo la seguente protesta. Non intendiamo distendere nella presente introduzione nè l’elogio dell’opera, nè molto meno quello dell’autore, rilevandosi l’utilità dell’una, come il coraggio e la costanza dell’altro nel concepirne l’idea, nell’affrontarne le difticoltà, e nell’impegnarsi a superarle. Tutto ciò è riserbato meglio a coloro che si daranno la pena di leggere, rileggere, ed imparzialmente ponderare il presente lavoro. La nostra unica mira adunque in questo, qualunque siasi preludio, è di esporre tutto ciò che da una parte potrà renderci scusabili per alcune necessarie, o almeno involontarie mancanze; e dall’altra di accennare quelle idee, che potrebbero esser sì di sprone, che di facilitazione a quei dotti, i quali volessero occuparsi alla ricerca