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La maestrina degli operai 91

in quel punto le rimescolarono il sangue: non era più lo sguardo tra curioso e beffardo della prima sera: era uno sguardo acuto e freddo, lampeggiante fra le palpebre socchiuse, nel quale traspariva l’orgoglio offeso, un proponimento risoluto di vendetta, una aperta minaccia. Sull’atto ella si vide assalita, percossa, ferita, distesa sulla neve, e si sentì correre il sangue caldo giù per il fianco, e le tremaron le ginocchia come per febbre.

All’uscita, vide molti alunni affollarsi nel corridoio intorno al Muroni per domandargli la rivelazione del mistero. Uno degli ultimi a uscire fu il Perotti.

La maestra lo chiamò.

Quegli le si accostò in atto rispettoso, col cappello in mano.