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214 La maestrina degli operai

cercar la compagnia della maestra Baroffi. La trovò a tavolino coi capelli scomposti, col suo largo viso scialbo di vecchia attrice, curva sopra una diecina di quaderni aperti, dov’ella trascriveva frasi e sentenze di letterati, di giornalisti e di conferenzieri, le quali, dopo un mese di stagionatura nel suo magazzino, diventavan sue, e le teneva così coscienziosamente per sue che, se le avveniva di rileggerle altrove, le credeva roba rubata a lei. La Varetti le disse le sue tristezze e le sue paure. — Ah benedetta creatura — le rispose quella con la voce grossa ed enfatica — che t’ostini a non darmi retta! Ma parla dunque, commovili. Leggi loro qualche bel brano commovente del Thouar o del Lambru-