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152 La maestrina degli operai

così fioca, che nessuno l’avrebbe intesa. Egli la inseguì, anelando, pronunciando parole incomprensibili, con voce sibilante. Nel terrore che la levava di senno, le parve di sentir dire: — Ca scüsa! ca scüsa! — (Mi scusi, mi scusi). Poi non udì più nulla, nemmeno il suo passo.

Arrivò trafelata alla scuola, entrò barcollando nel corridoio, e incontrando la bidella col lume, si lasciò andare con la spalla al muro, smorta, quasi svenuta.

— Cosa c’è? — domandò la donna, spaventata.

— Un ladro! — rispose lei.

Il cantoniere accorse. — Un ladro? un ladro? — E, afferrato un randello, si slanciò fuori, attraversò il cortile.... e sprangò l’uscio.