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138 La maestrina degli operai

cesse, che uscissero per poco dal giro del consueto linguaggio didattico, come se fossero altrettanti spiragli, per cui egli le potesse penetrar col pensiero nell’animo, e guardar che cosa vi fosse di nuovo e di strano, che mandasse fuori quei suoni, ch’ei non aveva mai intesi. Ma non crescevan punto da parte sua le manifestazioni della cortesia e del rispetto: era ancora tanto calmo da badare a non farsi scorgere apertamente. All’uscita e all’entrata, però, nei momenti in cui egli credeva di poterla guardare senz’esser visto, la maestra incontrava il suo sguardo acuto, scintillante, non più audace, ma severo, inquieto, avido, scontento, velato da un’ombra di vergogna; la quale non era la vergogna delle insolenze pas-