112 |
La maestrina degli operai |
|
sceva in lei alcuna superiorità sociale, che la considerava, per esempio, come una popolana sua pari, che invece di spacciar derrate da un banco, spacciava cognizioni da un tavolino. Essa fu molto maravigliata di un’idea espressa da lui in un componimento sul lavoro ricompensato dalla coscienza: a modo suo, egli aveva voluto dire che nella società, secondo giustizia, chi ha più ingegno d’un altro non dovrebbe per questo guadagnar di più, anzi dovrebbe di meno, perchè l’ingegno agevola il lavoro ed è ricompensa a sè stesso. La maestra, pure comprendendo che quella non doveva essere un’idea del suo capo, gli fece con bel modo qualche obiezione, a cui egli rispose asciuttamente: — È la mia maniera di pen-