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gli sembrava un sogno, nè brutto nè bello, solamente strano.

Tutte le feste andava a visitare le donne presso le quali era stato da ragazzo: esse lo ricevevano come fosse già un sacerdote, famigliari ed anche allegre, ma sempre dignitose; ed egli arrossiva guardando Marielena; arrossiva con un po’ di dispetto contro sè stesso perchè sebbene la donna gli piacesse ancora, gli appariva nel suo crudo realismo, grassa, molle, deforme. Eppure la presenza di lei, i suoi occhi dolci, lo eccitavano.

Spesso lei e le sorelle lo invitavano a pranzo, nei giorni di festa. Una volta, la domenica delle Palme, mentre esse apparecchiavano e aspettavano altri invitati, egli, arrivato presto, uscì nel loro orticello e si mise a camminare lungo la muriccia di cinta, sotto gli alberelli coperti di foglioline d’oro.

Il cielo era d’un azzurro latteo, l’aria calda e molle per il vento di levante: in lontananza si sentiva già il canto del cuculo.