madre; arrampicato al muro con altri
bambini. Il muro era tempestato di pezzetti
di vetro acuti come punte di pugnale:
ciò non impediva ai ragazzi di affacciarvisi,
anche se si tagliavano le mani; anzi
provavano un certo gusto a ferirsi, e si
mostravano il sangue l’uno con l’altro, poi
se lo asciugavano sotto l’ascella, immaginandosi
che così nessuno si accorgerebbe
delle loro ferite. Dal muro essi vedevano
solo la strada, nella quale erano liberi
di andare: ma amavano arrampicarsi sul
muro perchè ciò era proibito; e si divertivano
a buttare sassi sulle poche persone
che passavano, nascondendosi poi, fra il
gusto della prodezza commessa e la paura
di venire scoperti. Una ragazzina storpia
e sordomuta sedeva ai piedi della legnaia,
in fondo al cortile; e di laggiù li guardava
con due grandi occhi scuri, supplichevoli
e severi: i ragazzi avevano paura
di lei, ma non osavano molestarla, anzi
abbassavano la voce come s’ella avesse
potuto sentirli, e a volte la invitavano a
giocare con loro. Allora la bambina ri-