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caldo, gli pareva il fruscio delle erbe del ciglione mosse dal passaggio delle lucertole: e Agnese era di nuovo lì, chiusa in quel nascondiglio ove tante volte l’aveva portata con sè nel suo pensiero; l’alito delle donne giovani e l’odore dei loro capelli e dei loro vestiti di festa profumati di spigo attraversavano la sua angoscia e accrescevano la sua passione.
E le assolveva tutte, di tutti i loro peccati, pensando che fra poco anche lui si sarebbe forse presentato alla loro misericordia.
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Poi fu ripreso dall’ansia di uscire, di vedere se Agnese era arrivata. La panca era vuota.
Forse ella non sarebbe neppure venuta. A volte però ella si metteva in fondo alla chiesa, appoggiata a una sedia che la serva le portava. Si volse, rivide solo la figura legnosa della madre: e inginocchiandosi