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mi pare di vederlo, vestito di bianco, nel suo salone rosso, con la croce d’oro raggiante sul petto e due dita dritte a benedire. Sembra Gesù in persona. Gli dirò: Monsignore, lei sa che la parrocchia di Aar, oltre all’essere la più povera del Regno, è colpita di maledizione. Per quasi cento anni è stata senza parroco e gli abitanti s’erano dimenticati di Dio, poi ce ne andò uno finalmente, di parroco, ma Monsignore sa che uomo fu quello. Buono e santo fino ai cinquant’anni: riedificò la parrocchia e la chiesa, fece costruire un ponte sul fiume, a spese sue: e andava a caccia e faceva vita comune coi pastori e i cacciatori. D’un tratto cambiò. Divenne cattivo come il diavolo. Faceva stregonerie. Cominciò a bere, diventò prepotente e manesco. Fumava la pipa, bestemmiava e sedeva per terra a giocare le carte coi peggiori mascalzoni del paese: che perciò lo amavano e lo proteggevano; mentre gli altri lo rispettavano appunto per questo. Poi negli ultimi anni si chiuse dentro la parrocchia, solo, senza neppure