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Egli dormiva da alcune ore, di un sonno pesante, cieco. Si svegliò senza ricordarsi di nulla, ma con un torbido desiderio di riaddormentarsi subito: i colpi all’uscio insistevano, ed egli ricordò.
Fu subito in piedi, rigido di paura,
— Agnese verrà in chiesa e mi accuserà al popolo.
Non sapeva perchè, durante il sonno la certezza ch’ella terrebbe la minaccia aveva messo radici entro di lui.
Si abbattè sulla sedia, con un senso d’impotenza, con le ginocchia morte. Una nebbia confusa gli velava la mente; pensava che era ancora a tempo a evitare lo scandalo: poteva fingersi malato e non celebrare la messa; e intanto guadagnar tempo e tentare di placare Agnese; ma la sola idea di ricominciare il dramma, di rientrare nella miseria del giorno avanti, accresceva la sua angoscia.
Si sollevò e gli parve di dar contro al cielo con la fronte, attraverso i vetri della finestra.
Battè i piedi sul pavimento, per scuo-