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fermo della lampada, parevano affacciate a spiare, coi loro lucidi occhi neri di vetro, ciò che accadeva nella stanza: d’insolito c’era l’uscio verso le stanze interne spalancato; la serva era andata là dentro, e si sentivano i pavimenti di legno scricchiolare al suo passo: poi fu silenzio; poi d’improvviso un uscio si sbattè violentemente, come spinto da un impeto di vento: all’urto i pavimenti ondularono, tutta la casa parve tremare; ed egli provò un senso di angòscia nel veder subito dopo il viso pallido di Agnese rigato di strisce di capelli neri in disordine, emergere dall’ombra delle stanze buie come quello di una naufraga.

Ma presto tutta la piccola persona nera di lei fu nella luce della stanza ed egli respirò di sollievo.

Ella chiuse l’uscio dietro di sè e vi si appoggiò con le spalle, a testa bassa; e parve dovesse scivolare sul pavimento e cadere.

Egli le fu davanti, in punta di piedi: tese le mani ma non osò toccarla.