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Già si distinguevano, in alto, le punte nere dei cappucci degli uomini affacciati al parapetto dello spiazzo; e le fiamme, più su, da una parte e dall’altra della chiesetta, sventolanti come bandiere rosse: le campane non suonavano, come l’altra volta, ma una fisarmonica accompagnava col suo strido melanconico il tremolìo del chiarore intorno.

Ed ecco sul campanile apparve un astro d’argento che immediatamente s’infranse e si disperse accompagnato da uno scoppio che rintronò nella valle. Seguì un grido di gioia e poi altri sprazzi di splendore, e rombi di schioppettate. Si sparava in segno di giubilo, come nelle sere di festa solenne.

— Sono diventati pazzi — disse la guardia. E si slanciò di tutta corsa in avanti, col cane che abbaiava cupo, come se lassù ci fosse una rivolta da domare.

Antioco, invece, aveva voglia di piangere. Guardava il prete, alto sul cavallo, neri tutti e due nel chiarore dei fuochi, e gli pareva fosse un santo di processione.