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Col meriggio sereno ritornava il vento, ma un vento tenue e armonioso di ponente che dava appena un tremolio dolce e luminoso agli alberi del ciglione: tutta la stanzetta era rallegrata dal riflesso agitato delle foglie ridenti, dalla luce cangiante del cielo alto sopra il finestrino, attraversato da fili argentei di nuvolette sottili coi quali pareva che il vento suonasse la sua musica lieve.
D’improvviso qualcuno picchiò alla porta e ruppe l’incanto. Antioco corse ad aprire. Una vedova giovane, pallida e coi grandi occhi neri spaventati, chiedeva di parlare al prete, mentre una ragazzina ch’ella teneva forte per la mano la tirava indietro torcendosi tutta, coi capelli neri disfatti sotto il fazzoletto rosso, e nel viso livido gli occhi verdi sfolgoranti come quelli di un gatto selvatico.
— È malata, — disse la vedova, — voglio vedere il prete perchè legga gli Evangeli e scongiuri lo spirito del male dal quale questa creatura è invasa.
Antioco, con la porta solo aperta a