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la leggenda di tristano |
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coricato e T. si spense tutti i lumi, e lo re sí disse: «Per
che cagione hai tue ispegnati tutti i lumi?». E T. rispuose
e disse: «Questa è una usanza d’Irlanda, che quando una
pulcella si corica novellamente allato a suo segnore, la prima
notte si fanno ispegnare li lumi, perché la donna non si vergogni; perché le pulcelle sí sono troppo vergognose. E questa
sí è una cortesia, la quale sí è in Irlanda, e la madre di madonna Isotta sí mi ne pregò assai, ch’io la dovesse fare».
Allora si rispuose lo re Marco e disse: «Ben aggia tale usanza».
E quando T. dice queste parole alo re Marco, e Governale
mise Blaguina a lato alo re Marco e madonna Isotta uscio
di fuori. Allora sí si parte ogne persona dela camera, e lo
re sí giaque con Braguina, credendosi giacere cola reina Isotta.
E dappoi che fue sollazzato lo re tanto quanto parve a lui,
e lo re sí comanda che siano accesi i lumi, e T., lo quale
sí è appresso ala camera, incontanente sí entroe dentro, e
Governale sí prese la reina e sí la mise nel letto, e Braguina
sí si ne parte e tornossi a sua camera. E lo re di tutte queste
cose non s’avide di nulla, e molto iera lo re allegro nel suo
cuore, credendos’egli avere avuta la reina pulcella. E incontanente sí fuerono li lumi accesi, e lo re aluminoe lo letto,
sí come iera usanza di Cornovaglia, e dappoi che lo re vide
la certanza dela reina sí fue molto allegro nel suo cuore. E
allora sí comanda c’ogne persona sí si debia partire, e la notte
sí trapassoe lo re con grande allegrezza. E alo matino sí si
leva lo re Marco e sí si veste e s’apparechia e viene nela
sala delo palagio, e quivi sí trovoe cavalieri e baroni di Cornovaglia. E vedendo lo re T., sí ’l chiamò a sé e sí gli disse:
«Mio nievo T., ora veggio io bene e conosco la tua lealtade
e la franchezza dela tua cavalleria; ed io imperciò sí ti daroe
ora uno dono, ch’io sí voglio che tue sí sii segnore del reame
di Cornovaglia, di farne a tutto tuo senno ed a tutta tua volontade, dala corona in fuori. E questo sí ti prometto io davanti a tutti questi miei baroni». Ed allora T. sí si levoe e
sí gli s’inginochiò a piedi e sí lo ringraziò assai di questo
dono. Ed assai ne sono allegri li cavalieri e li baroni tutti