|
la leggenda di tristano |
81 |
E imperciò sono io venuto qui per prendere vengianza di
lui». E a tanto sí ne torna Governale a T. e sí gli rinunzia
lo nome delo cavaliere e dice: «Egli hae nome Galeotto, lo
sire dele Lontane Isole, e dice che si è venuto per prendere
vengianza di voi». E quando T. udío ch’egli era Galeotto,
lo piú alto principe del mondo e lo piú valentre, si dice infra
se medesimo: «Or son io lo piú aventuroso cavaliere del
mondo, da poi ch’io sono ala battaglia con cosí alto principo». Molto si riconforta T. di questa aventura. A tanto sí
cavalcoe Galeotto inverso T. e sí gli disse: «Sire cavaliere,
io vi dico che voi vi dobiate guardare da me, imperciò ch’io
vi disfido». Allora sí prese T. lo scudo e sua lancia e prendono del campo li cavalieri, quanto ne fae loro bisogno, e
sí s’abassano le lancie insieme e vegnosi a fedire. Ora feggiono di tutta loro forza, sí che ciascheduno ruppe la sua
lancia in pezzi. E poi sí si avisano li cavalieri l’uno a petto
dell’altro, e rifeggionsi insieme, sí che ciascuno cadde a terra
del cavallo e i loro cavagli riverti in terra sopra loro segnori,
sí che ciascheduno si duole di quella caduta. Appresso sí si
levano li cavalieri, al piú tosto ch’egli possono, sí come uomini che sono di grande forza e di grande leggerezza, e mettono mano ale spade e fannosi grande assalto l’uno contra
l’altro. E cominciansi a dare di grandissimi colpi d’una parte
e d’un’altra, sí che in poca d’ora non vi n’hae neuno che
non abia fedite assai e grande e picciole; sí che ciascheduno
di loro si fae grande maraviglia dela forza che truovano ciascheduno di loro al suo compagnone. E tanto dura lo primo
assalto che madonna Isotta, la quale istava in su le mura del
castello a vedere la battaglia de’ due cavalieri, sí forte e sí
dura e sí crudele a vedere, vedendo madonna Isotta lo suo
carissimo amico in cotale battaglia e vedendo i grandi colpi
che Galeotto dava a monsegnore T., soventi e minuti, sí che
alcuna volta inchinava o volesse o no a forza d’arme, quando
madonna Isotta vedea che T. avea lo peggio dela battaglia,
allora si potea vedere lo viso di madonna Isotta cambiato,
ed iera tornata tutta palida; e quand’ella vede che T. istava