Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
80 | la leggenda di tristano |
rispuose Galeotto: «Ed io saluto lui sí come mio mortale nemico», credendo Galeotto che T. sí lo mandasse salutando
per dispetto di lui.
LXI1I. — A tanto dice lo conto che dappoi che T. rimase co madonna Isotta e con Governale, molto si disconforta madonna Isotta di questa aventura, compiangendosi di tanto sollazzo quant’eglino aveano insieme, ed ora iera loro venuto questo istorpio intra le mani. «Ma qualunque altro cavaliere del reame di Longres fosse istato, di questa aventura non mi ne sarei cosí contristata. Ma ora si pare che per mia disaventura sia venuto qui lo migliore cavaliere del mondo in questo luogo», credendo la reina che sia messer Lancialotto. Molto si compiange fra se istessa madonna Isotta e Governale in quella notte. E T. tuttavia sí si riconfortava, imperciò ch’egli non ne cura giá neente, «ché se messer Lancialotto ci fosse, io ho grande volontade di combattere con lui, magiore che co neuno cavaliere del reame di Longres. E sed egli pace vorrae ed egli pace avrae, e sed egli battaglia vorrae, di battaglia non gli fallirò io a tutto mio podere». Ed alo matino si leva T. e sí s’arma ed apparecchiasi e montoe a cavallo, e viene contra a valle alo castello. E Governale sí gli porta lo scudo e la lancia, e madonna Isotta sí gli fae compagnia infino ala porta delo castello. E T. cavalcoe oltre e madonna Isotta rimane. E quando T. fue giunto al prato lá dove iera lo cavaliere, vide che giá iera montato a cavallo: no gli falla se non la giostra. E T. si parla a Governale e dicegli: «Va e dimanda lo cavaliere sí com’egli hae nome, imperciò che s’egli è Lancialotto, io non vorrei combattere con lui, cioè s’i’ potesse avere con lui pace sí la vorrei volontieri». A tanto si parte Governale e viene al cavaliere e sí lo saluta cortesemente e lo cavaliere sí gli rende suo saluto. E Governale dice: «T., lo nepote del re Marco di Cornovaglia, sí manda a dire per me, che voi sí gli dobiate dire lo vostro nome». Or dice lo cavaliere: «I’ hoe nome Galeotto, lo sire dele Lontane Isole, a cui egli hae morto lo mio padre e la mia madre.