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la leggenda di tristano 77


Lontana Isola e passa e vanne alla terra ferma nelo reame di Norgales, il quale si era di Galeoto lo Bruno. E la figliuola di Brunor, sire di Lontane Isole, dappoi si fece fare una bara da portare gente a piede e favi mettere suso lo corpo del padre e la testa dela madre e viene via, cercando delo barone di Galeotto, suo fratello, per mostragli lo loro damaggio. E cercò uno grande tempo e nolo potea trovare; e vienne domandando tutti li cavalieri erranti di lui. E dappoi quando venne ivi ad uno tempo, si passarono per la terra del re de’ cento cavalieri, sotto ad uno castello che si chiamava lo castello dele Incantatrice, e quivi si abitava lo re di cento cavalieri. E la damigella si avea seco quatro donzelli e due donzelle. E guardossi innanzi e vide venire davanti de sé uno cavaliere coll’arme tutte rugginose; e la damigella si domanda chi è lo cavaliere. E lo cavaliere rispuose e disse ch’iera di strano paese. E la damigella disse: «Saprestemi voi dire novelle d’uno cavaliere che si chiama Galeotto lo Bruno, [figliuolo del] principe sire dele Lontane Isole?». E Galeotto rispuose e disse: «Perché ne domandate voi?». «Imperciò ched io si gli vorrei dire uno grande damaggio che gli è avenuto a questi giorni; ché T. di Cornovaglia si è venuto nele Lontane Isole de’ Gioganti e hae morto Pianoro suo padre; ed ecco lo corpo suo ch’è in questa bara, ed ecci la testa dela madre sua somigliantemente.» Allora disse Galeotto ala damigella: «Io sono desso». E allora la damigella lo riguarda e no lo conoscea, imperciò ch’iera grande tempo che non l’avea veduto. Or si leva Galeotto lo Bruno l’elmo di testa, e la damigella incontanente lo riconobe. E incominciano a fare grande pianto e grande corrotto insieme l’uno coll’altro. Allora disse Galeotto: «Damigella, lo piangere non ci vale neente oramai. Mandiamo incontanente per lo re de’ cento cavalieri, al castello dele Incantatrice». Imperciò il disse questo, perch’egli iera suo fedele. E quando lo re fue venuto, molto si ne mostra dolente di questa aventura. Allora sí presero Brunoro e la testa dela donna, e lo re si gli fae soppellire a una badia, grande ed orrevolemente.