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74 la leggenda di tristano


grande oste e prese Gioseppo e tutta la sua gente e fecegli tutti dicollare. E poscia incomincioe questo castello e sí lo fece fondare in sull’ossa ed in su le corpora di tutta questa gente e deli suoi figliuoli altresie; e cosí ricoverò la sua terra in cotale modo e in questa maniera. E perciò che gli istrani l’avevano fatto questo danno, e perciò ordinò e comandoe che tutti gli stranieri ch’arrivassero a questo porto, si fossero presi e messi in pregione in questo castello e non ne dovessero mai uscire, salvo se infra loro avesse alcuno sí prode cavaliere che vincesse lo segnore dell’isola, e la sua donna fosse piú bella che quella del segnore dell’isola. «E qualunque è vincitore si rimane segnore dell’Isola e desi tagliare la testa a qualunque donna dele due è piú sozza. E in tale maniera 10 vincitore rimane segnore dell’isola ala somigliante costumanza e giamai non [deve] partirsine, E in tale maniera potreste voi campare, se ci avesse cavaliere che col nostro re combattesse, e donna che fosse piú bella che la nostra.»

Allora disse T. a madonna Isotta: «Venite avanti». E mostrala al cavaliere e disse: «Che vi pare dela donna?». E li cavalieri dissero dela donna: «Bene si puote passare». E T. disse: «E io combattente col vostro segnore per diliveramento di me e di miei compagni». E li cavalieri dissero: «E come è? ché al mondo non è uomo che col nostro segnore istesse fermo a battaglia, salvo Lancialotto». E T. disse: «Io per me non vieterei bataglia a Lancialotto. E ora sí m’avete fatto dire una grande villania». E allora sí fue messo T. e madonna Isotta in uno palagio e fue fatto loro agio. Allora sí n’andonno li cavalieri al signore dell’isola e dissero: «Blanor, a te si conviene di mantenere nostro usato, ché tra 11 pregioni che noi prendemmo ieri si ha uno cavaliere che vuole combattere al’usanza dell’isola». E Blanor sí disse: «Anche per me la vostra usanza non fosse fatta, io vi dico ch’io per me la voglio mantenere a tutto il mio podere». E li cavalieri dissero: «Depardio, al matino al suono del corno si sarete fuori delo castello co vostra dama». A tanto si partono li cavalieri e danno a T. tutta sua arme, salvo la spada