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la leggenda di tristano 73


noi istare qua dentro sempremai? Potremone noi a termine alcuno uscire o per alcuna aventura?». E li cavalieri dissero: «Sie, in tale maniera, che qui tra voi avesse uno tale cavaliere — lo quale non mi pare vedere quie — ch’egli fosse sí forte che per sua prodezza vincesse lo nostro segnore; e poi fosse la sua donna piú bella che la nostra donna». Allora T. disse: «Qua entro ha uno che arrischierebbe bene la sua persona con quella del vostro segnore, e sí dice che ci hae donna che è piú bella che la vostra donna». E li cavalieri dissero: «E come di tue, cavaliere? e’ non è uomo al mondo che col nostro segnore egli potesse combattere, altri che Lancialotto». E attanto lasciano lo conto e dicono a T. come è quella aventura, in quale modo e perché quello castello iera appellato castello di Proro. Allora cominciano li cavalieri a dire lo fatto a T., e diceano sí come quello signore che mise quello uso in quella isola sí fue giogante ed ebe nome Dialicies, e mise questa usanza perché al tempo che Giuseppe di Brarimattia andava predicando la fede del nostro segnore Gieso Cristo, si venne in questa isola ed aveva la maggiore parte di quella isola tornata ala sua fede. Ed anche di quella andando Gioseppo predicando, con grande populo dirieto, si trovoe in uno diserto una croce iscritta, che dicea sí come Gioseppo dovea venire infino a quello luogo, predicando la fede di Cristo. Allora Dialicies vede che tutta sua gente egli avea perduta in tale maniera, ed egli sí pensoe in che modo egli la potesse ricoverare. Ebe lo soprascritto Dialicies XII figliuoli tutti gioganti e molto begli di loro persone.


LIX. — Essendo una notte li figliuoli di Dialicies tutti nel letto, si prese una ispada e taglioe la testa a tutti e dodici e gittogli nela piazza per assempro, che ogne persona avesse paura di lui, e perch’egli potesse ricoverare sua terra. Allora ebe la gente tutta quanta grande paura, veggendo la forza di Dialicies e la niquitade sua. Allora fece uno grande parlamento e disse che qualunque persona credesse in Giuseppo, si farebe di lui sí come egli fece de’ figliuoli. Allora si fece una molta