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68 | la leggenda di tristano |
contra l’altra. E li cavalieri caddero in uno monte intrambi.
Allora sí si leva ciascheduno sí come buono cavaliere e cominciano lo primo assalto, sí bene che neuno uomo non gli
puote biasimare, e ciascheduno si piglia volontieri lena e forza.
Or si leva T. alo secondo assalto e dice: «Cavaliere, troppo
siamo riposati». [E] cominciano lo secondo assalto sí bene e
sí forte, che molte maglie vanno per terra e li loro iscudi
sono tutti brisciati, sí che ciascheduno si riposa volontieri del
secondo assalto. Allora Leonello e Boordo e messere Astore,
ciò sono i frategli di Blanor, vedendo palesamente che Blanor
ha lo peggio dela battaglia, sí incominciarono a piangere duramente e vannosine via, ché non vogliono vedere la morte
del loro fratello, E lo re Acanor dicea: «Bene lo cavaliere
istrano vincerá la battaglia». Allora dice Blanor a T.: «Io
voglio che ti piaccia di dirmi tuo nome, ed io ti diroe tutto
primieramente lo mio; perché se tu m’uccidi, sí saprai cu’ tu
avrai morto, e se io uccido te, sí saprò cu’ io avrò morto».
A tanto dice T.: «Or die lo tuo nome». E lo cavaliere disse:
«Io sono Blanor, cugino di Lansalotto». E T. disse: «E io
sono T. di Cornovaglia». Allora è molto allegro [Blanore e
disse: «Ora sono io piú allegro] che prima, quando con uno
tale cavaliere abbo la vicenda. Ciò che mene prende non m’è
disinore». Allora si leva T. e incominciano li cavalieri la
battaglia forte e dura del terzo assalto, e molto si vegnono
iscoprendo le carne a Blanor. E T. menò lo cavaliere a destra
ed a sinestra per lo campo, sí come gli piaque e síi come
cavaliere di grande vertude.
LVI. —A tanto dá T. uno grande colpo a Blanor in sula testa si ch’egli gli viene ginocchione a piede e poscia va rivescione in terra. E T. dice: «E come è, compagnone, e non combatteremo noi piú?». E lo cavaliere disse: «Per mia fe’ non, ch’io non posso». A tanto sí ne viene T. dinanzi alo re Acanor ed alo re di cento cavalieri e dice: «Segnori, lo cavaliere l’ha sí bene fatta che non si puote biasimare. Ed acciò vi priego che voi dobiate mettere pace da me alo ca-