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64 | la leggenda di tristano |
cavalieri di Cornovaglia a giostrare nel reame di Longres?». —
«Per certo» disse l’uno deli cavalieri «dappoi ch’io fui fatto
cavaliere, questa è la prima aventura ch’io abo trovata, e
dunqua non voglio io giamai portare arme, quando li cavalieri di Cornovaglia m’hanno vinto, e dunqua non porterò io
piú arme dinfino a tanto ched io non so che de’ compagnoni
dela Tavola ritonda siano abattutti per mano deli cavalieri di
Cornovaglia, sí come sono io». Ed allora sí gittò lo cavaliere
novello tutta sua arme. E T. disse: «Piglia la mia arme, cavaliere, e dami a me la tua». E lo cavaliere rispuose e disse
a T.: «E dunqua sare’ io vie piú vitiperato». Ed allora sí
si partio, faccendo pur lo maggiore pianto del mondo. E l’altro
compagnone non gittò sua arme, ma partettesi. Ed allora si
hanno veduto li cavalieri di Cornovaglia sí come messer T.
si diliveroe da due cosí buoni cavalieri, i quali ierano del
reame di Longres. Ora si rendono assai piú sicuri per la
bontade di T.
Ed allora si giugne in quello medesimo porto lo re Languis in una nave con XL cavalieri in sua compagna, lo quale re era appellato di tradimento da Blanore, cuscino di Lansalotto, che ’l avesse morto o fatto uccidere uno cavaliere in sua corte in Irlanda, lo quale cavaliere iera del re Bando di Benoicchi. E quando il re giunse nel porto, vide li padiglioni in terra ed egli disse in suo cuore: «O Iddio, or fosse questi T. di Cornovaglia, ché se lui trovasse, io camperei la morte, ché Blanore è sí buono cavaliere che contra lui io non potrei riscuotermi». E allora sí scese in terra lo re Languis e domandoe che gente iera quella, che facciano istare quivi quegli padiglioni tesi. Allora sí fue detto alo re: «Messer, egli è T. di Cornovaglia». A tanto si domanda lo re ove fosse T. Or li fue insegnato. E lo re viensine inverso di T. molto allegramente e T. andoe a lui e fecersi insieme molto grande festa l’uno all’altro. E T. incomincia a dire che novelle ha lo re, e lo re rispuose e disse: «Io l’avrei molto rie, ma oggimai l’avrò buone, da che io ho trovato voi. Ché al tempo che noi faciemo li torneamenti nelo reame d’Irlanda, sí come