Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/50

44 la leggenda di tristano


muoi e per le mie mani». E allora si corre sopra a T. cola ispada in mano, volendolo fedire. Ma T. lo quale iera nel bagno, di queste cose non curava neente. E tutte le dame e damigelle le quali faciano sollazzo a T. incominciarono a gridare: «Muoia, muoia lo cavaliere», e la reina andando per fedire T., ma lo scudiere che trovoe la spada la tenea. Ma a questo romore venne giuso lo re con tutti cavalieri e trovoe la reina cola ispada in mano. Ed ella, quando vide lo re, si gli disse: «Re, vendicami, re Languis, vendicami di T., lo nepote delo re Marco di Cornovaglia, lo quale uccise l’Amoroldo mio fratello». A tanto disse lo re: «Dama, lasciate fare a me questa vendetta, imperciò che non si conviene a voi». Allora disse lo re: «Come è, cavaliere, e se’ tue T.?». Ed egli si rispuose e si gli disse: «Messer, alcuna gente mi chiama cosí». E lo re disse: «Ora ti vesti, cavaliere, e vienne in su la sala del palagio». E allora T. s’incominciò a vestire e lo scudiere ch’avea la spada rimase con lui ed altri damigelli. E T. prese la spada ch’avea lo scudiere e miselasi sotto.


XXXVIII. — Ma se alcuno mi domanderae se T. ebbe paura quand’egli iera nel bagno, io diroe di noe, perch’egli non temea ch’alcuno colpo [di donna] gli potesse venire. E dappoi che T. fue vestito, andoe nela sala delo re, la quale sala iera molto piena di cavalieri e di molta gente, che ierano venuti alo romore che la reina fece. Ma li cavalieri tutti quanti guardavano a T. e diceano infra loro che grande peccato iera, se questo cavaliere morisse in cotale maniera. E T., lo quale è montato in argoglio, diventoe piú colorito che non iera prima e istava dritto davanti alo re e li cavalieri. E la reina si venne sí come pazza e disse alo re: «Re, vengiami mia onta del traditore che ha ucciso lo mio fratello. E se tu non vuogli fare vendetta, lasciala fare a mee». E lo re rispuose e disse: «Dama, andate a vostra camera e io faroe del cavaliere tutto ciò che ragione sarae». E lo re disse a T.: «Dimi, T., uccidesse l’Amoroldo d’Irlanda a tradimento?». E T. rispuse e disse: «Messer, io lo feretti ala battaglia sí come cavaliere.