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la leggenda di tristano 37


dando per lo torneamento e’ vide che Pallamides s’iera partito e andato via. E Tristano broccia lo cavallo e tiene dietro a Pallamides ed ebelo giunto in un bello prato e dissegli: «Pallamides, guardati da me, ch’io ti disfido, e sappie ch’io sono lo cavaliere che tu trovasti nela corte delo re Languis. Ma oggi si parae chi sarae buono cavaliere e quale sarae degno d’avere l’amore dela bella Isaotta la bionda». Ma dappoi che Pallamides ebe intese le parole che T. gli avea dette, si volse la testa delo suo distriere inverso di lui e mise mano ala ispada. E T., lo quale viene inverso di lui cola ispada in mano, si ferío a Pallamides sopra l’elmo e diedegli sí grande colpo che lo fece andare a terra delo cavallo, o voless’egli o noe. Si stette in terra per grande ora, ché non si potea levare.


XXXI. — Ma se alcuno mi domanderae come T. venne alo torneamento e perché non andoe colo re Languis d’Irlanda, io diroe che egli non andoe alo torniamento colo re Languis perché egli volea fare sua cavalleria sí privatamente che nesuno uomo lo sapesse. Ma T. dappoi che rimase nela corte, dappoi che ’l re Languis fue andato alo torniamento, elli iera tanto pensoso che non sapea che si fare e iera rimaso solo nela corte. E istando cosí pensoso che non sapea che si fare, disse Barghina, la quale iera cameriera di Isotta: «Perché ista’ tue cosí pensoso, cavaliere?». E T. disse: «Io sono pensoso e doloroso di cosa ch’io no mi posso aiutare». E Braghina disse: «Cavaliere, dimi quello che tu hai, ch’io t’aiuteroe bene di ciò ch’io potroe». E allora dice T.: «Se tu mi vogli giurare di tenerlomi credenza ed io sí ti diroe tutto mio coraggio». E Braghina ghie giuroe. E T. le disse allora: «Io andrei molto volontieri a questo torneamento, s’io avesse arme e cavagli e due iscudieri che mi facessero compagnia». E Braghina disse: «Per questo non lascerete voi giá che voi non andiate». E allora lo prese Braghina e menollo in camera e apersegli due casse, le quali ierano piene d’arme, e T. quando vide l’arme piaquegli assai; e poi gli monstroe le sopransegne, tutte quante bianche. E queste arme avea fatte fare l’Amoroldo