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386 la leggenda dio tristano!

n. 2 «se ne va al diserto per sapere s’ella potesse trovare del s. s. novella»: «trovare» è nostra congettura; il ms. sapere. Com’è ovvio, trasegna = indizio, traccia.

n. 3 «come non si difende per battaglia?» significa: «perchè da parte nostra non si difende il nostro diritto con una battaglia?».

— Superfluo giustificare: tanti vili, enterresii, venendo al mattino, gliele presento, cuffia del ferro, ecc.

— Noterò solo che «in istante» — in piedi.

n. 4. È chiaro che «con dicendo» — «col dire». Si sa che nell’antico italiano si usò anche, col gerundio, «in» alla francese; meno noto, ma pur certissimo, è l’antico uso del gerundio per l’infinito e anche per l’indicativo presente: nei testi da noi editi in tutto questo vol. gli esempi son tutt’altro che scarsi.

n. 5. Non conosco altri esempi di «napuro»; credo significhi: gromma, crosta.

n. 6: Per «bacalaria» che il Polidori confessa di non capir bene, rimando alla prefaz. di L. Russo alla scelta delle opere del Boccaccio (p. viii).

— È risaputo che «tenére» significò «elsa» e che «cernises» (n. 7, ultime righe) significò «cervogia, birra».

n. 8. «Seggio minus proides»: meno prode.

n. 11. Nel «sonetto» Amore, chi ti serve ho corretto in tormento l’evidente svista dei codici (talento). Ricordo su questo passo il citato bel saggio di F. Neri.

n. 12. (fine) «nenua maniera»: frase che ricorre non di rado: la mancanza della preposizione è dovuta anche a ragioni di eufonia.

— Credo che «astrisse» significhi: «le si strinse il fiato».

n. 13. Non inutile rilevare che «sentendosi» = in modo che si sentiva.

— Ben nota l’accezione di «per» (ult. rigo), e quella di «lasciavano» e simili voci di «lasciare» (n. 14).