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nota 385


proposte di ritocchi e senza, per ora, uno studio sulla lingua; la nostra per i due episodi (corrispondenti alle pp. 45-54 e 93-98) è la prima edizione interpetrativa, con parecchie correzioni e note di lingua.

Nostra è anche la costituzione del testo del cantare sulla morte di Tristano di cui il Bertoni ha editi fedelmente1 i due mss. noti: l’ambrosiano n. 95 sup. (in cui il cantare ha subito un forte colorito linguistico lombardo;, e il magliabechiano cl. VIII, 1272.

Nel riprodurre quasi tutto2 l’episodio, ho tenuto a fondamento il secondo ms., ricorrendo non di rado al primo, che offre, pur sotto la patina dialettale, lezioni evidentemente genuine.

Spero che il mio tentativo non sia disapprovato dall’insigne e cortese Maestro, al quale si deve, oltre al prezioso volumetto, un’approfondita monografia3sulla morte di Tristano.

Rimandando alla prima parte di questa Nota per i criteri generali, seguiti anche nell’edizione di questa appendice, faccio seguire brevi cenni sui principali ritocchi e qualche chiosa di grammatica e di lingua.

a) Dalla Tavola Ritonda.

n. 1. È facile riconoscere i senesismi di questo cap. (il solo, nella nostra scelta, tra i primi editi dal Polidori):èssare, dicano, dipartano, ecc.

  1. A p. 94 egli scrive: «Non si interviene con piú o meno facili emendamenti per ristabilire la misura dei versi e si lasciano come stanno nei mss. i passi che sembrano piú corrotti». (Cantari di Tristano, Modena, 1937).
  2. Ho soppresso, perché superflue o di lezione poco sicura o di scarsa importanza per il nostro eroe, le prime due ottave, le ultime tre e quella mala zeppa che è la 5a ott. del magliabechiano, la quale non ha riscontro nell’ambrosiano (ediz. Bertoni, p. 49).
  3. È nel vol. Poesie leggende costumanze del medio evo (Modena, 1917), pagine 233-270.