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380 | la leggenda dio tristano! |
Cap. LXXIV. «che altra volta l’avea isvegliato e trattolo di d. p.», da P (il Parodi «isv. e allora sí gli disse tantosto i d. p.»).
Cap. LXXV. «e Ghedin [sí] si chiama damigello di suo amore». Credo di aver ben restaurato il passo che nei mss. è errato (il Parodi «e Gh. si la chiama damigiella di suo a.»).
— «ma coloro che vegnono ’n dela camera, que’.» Cosí giustamente il nostro ms.; il Parodi questa volta segue P (che).
— «quando tu mandi incontra a uno cav. e. se non un a. c.»; il passo non è chiarissimo: forse è da integrare «quando tu [non] mandi».
Cap. LXXVI. «sí le sparge lo vino tutto per lo petto giuso.» Ho inserito le ed ho espunto, attenendomi ad F P l’inciso «a quella cotale c’avrae fatto fallo a suo segnore».
— Anche nell’altro passo «Ora fa dare bere lo re all’altre donne» ho seguito P (il Parodi E diede bere all’a. d.).
Cap. LXXVIII. «ciò iera Sagrimon e Oddinello.» Ho integrato con P (Parodi ciò iera l’uno O. ).
Cap. LXXIX. «Ghedin che di male pensare non cessa, cola damigella m. e’ disse.» (Parodi «[parla] c. d. m. e d.»; integrazione non necessaria, perché dire con fu in uso anticamente invece di dire a).
— Piú genuino mi pare il testo che si trae da P «bene [lo dovere’ io avere veduto]» che quello di R (seguito, com’è ovvio, dal Parodi) bene l’avremo noi sentito.
— Lo stesso dico dell’altro passo [e prende uno suo mantello... braccio].
Cap. LXXXI. «in altra parte lá [ove] nostra compagnia non p. e.». Cosi P; certo, meglio di Parodi (— R) «in a. parte [e] la n. comp. non p. essere ora piú con voi».
Cap. LXXXVII. Con P, leggo «In queste parti e in q. dis. tornerebbe uno cav.». (Parodi, sempre con R, In quella parte colae si torna, cioè in q. dis. uno cav.).
Cap. XCIX. Sempre con P, leggo «lo quale è [nello intrare] del bosco» (lezione preferibile a quella seguita dal Parodi ce indelo diserto d. b.).
Cap. CII «traditori li quali t’hanno aunito per tutto tempo.» Il Parodi trascrive fedelmente punto e propone in nota dubitativamente punito. Migliore la nostra congettura; aunito — disonorato.