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378 la leggenda dio tristano!

Cap. XLVII. «non se’ bene cortese [né savio].» Accolgo la lezione di due affini; al nostro non dispiaceva la ricchezza di aggettivi.

Cap. LI. «in che modo egli potesse dislungare T. da sé.» Il Parodi stampa distruggere (col ms. solito) ma lo ritiene «forse scorretto». Io mi sono giovato di delonguare di F, che spesso, pur con lezioni alterate, si rivela meno infedele.

— «Ed io voglio la figliuola delo re L. d’I. [cioè I. la b.].» Data la tendenza del nostro alla precisione minuziosa ed alla ridondanza, mi sembra necessaria l’integrazione, che deduco da due affini.

— «T. fae mettere le targie di fuori da’ padiglioni.» Il Parodi, col ms., dentro; ma si confronti il periodo precedente, che giustifica la mia correzione.

Cap. LIII. «che voi ala morte del cavaliere.» Il Parodi, fedele trascrittore di R, «ala morte nè nela morte del c.».

Cap. LIV. «ed egli sí si divisa, imperciò che pare ben re.» Il Parodi «para buono ree» e annota: «forse parea». Noi seguiamo i due affini.

Cap. LV. «Ciò che mene prende non m’è disinore.» Piú esplicito è F: perche eo remagna perdente no m e d.

Cap. LVI. «e cola ispada [nuda in mano]», da F e P.

Cap. LVII. «non si pensava follia neuna di folle amore.» Correggo, con P, la lezione (fallia) seguita dal Parodi.

— «Adesso cambioe T. lo suo coraggio!» Il nostro ms., con evidente incongruenza, reca: «E incontanente che l’ebe leccata la cagnuola, adesso c. T. lo s. c.». Ho perciò espunto la mala zeppa.

— Coll’ausilio degli affini, ho corretto «in tutta loro vita lo giucarono volontieri» e «cambiando il tempo per grande fortuna» le due frasi del testo Parodi «insino a loro vita» e «di grande fortuna».

Cap. LVIII. Giustamente, al solito, annota il Parodi a proposito della frase «La notte istando lá entro»: non mi par necessario, pensando ad altre costruzioni simili, frequenti in R, correggere istanno.

Cap. LIX. «ma non si potea aparegiare ale bellezze di madonna.» Sicuramente errata la lez. di R che il Parodi esempla «non si puote apparechiare né paregiare ale b.». Noi seguiamo P.

— «or si danno del campo Blanor, il sire dela lontana isola e padre del C. G. lo B. e T.». Il Parodi stampa «è padre» e, col ms., omette «e T.». Com’è evidente, le nostre correzioni sono necessarie.