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374 | la leggenda dio tristano! |
logia e sulla lingua del tempo, alle ben note trattazioni del Barbi e dello Schiaffini1; ma ho fatto tesoro, com’è ovvio, soprattutto del mirabile, compiuto studio del Parodi (pp. cxxix-ccx). Ed ho cercato di rappresentare con fedeltá, non le abitudini grafiche, talvolta capricciose e mutevoli, dei mss. tenuti a fondamento (e cioè R per i primi 213 paragrafi e P per il resto), ma i reali fenomeni fonetici e morfologici.
Perciò, oltre a trascrivere in tondo le numerose lettere e parole dallo scrupoloso editore trascritte in corsivo2, ed oltre a seguire, per l’uso dell’h nelle voci del verbo avere e degli accenti, le norme a cui è fedele questa Collezione, io ho:
1) ridotto alla grafia moderna i frequenti: tenpo, inperciò, dicie, diciea, igli, damisciella, cierto, piacierdá, figluolo, singnore, vergongna, risspuose, dolcie, ciercare, ecc. ecc.;
2) soppresso la frequente desinenza bisdrucciola nella 3a plurale del perfetto indicativo e dell’imperfetto congiuntivo dei verbi forti (sepperono, fecierono, disserono, preserono, ecc.; fosserono, sapesserono, ecc.);
3) scritto di seguito gli avverbi in mente3, il numerale ambo due, l’avverbio a ttanto ecc.;
4) di rado conservata (e cioè quando presumibili ragioni di eufonia la giustificavano) la e aggiunta spessissimo agli ossitoni (vae, ee, farae, parloe, ree, giae, sie, see, issee, impercioe, ecc.);
5) sciolto i nessi nelle scrizioni irre, derre, collui, ecc.;
6) ridotto i raddoppiamenti sintattici assai frequenti ( infra ssé, sopra ccioe, d nnome, á ffatto, e’ ffosse, inn uno, ititi isconfitta, e ppreserono, andiamo a llui, e ssi gli risguardiamo, ecc. ecc.);
- ↑ Mi riferisco precipuamente, per il Barbi, alla introduzione all’ed. naz. della Vita Nuova, per lo Schiaffíni, ai Testi fiorentini del dugento.
- ↑ «Ho reso in corsivo tutto ciò che per congettura ho sostituito alle lettere scomparse affatto; non ho invece contrassegnato in alcun modo ie molte lettere o linee, appena appena percettibili, di cui abbia potuto, anche con grande stento e dopo ripetute prove, accertar la lettura.» Aggiungo io qui che, sempre allo scopo di render piú spedita la lettura, ho soppresso i richiami marginali alle carte dei mss. e i relativi asterischi che a volte spezzavano in due una parola. Ed invero io ho voluto dare una riproduzioue, per quanto possibile fedele e genuina, non di R (e, per l’ultimo tratto, di P), ma di tutta la tradizione (che ben può dirsi riccardiana) a cui i vari mss. risalgono. Ciò sia detto anche per le altre innovazioni grafiche e concettuali.
- ↑ Ciò, per quanto non ignori che la scrizione in due parole rispecchia meglio l’origine di detti avverbi.