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la leggenda di tristano 31


cavaliere aventuroso, io voglio che tu vegni a stare nel mio palazzo». E T. disse ch’egli non potea andare. E allora comanda lo re ali suoi damigelli che lo debiano portare a braccio nelo palagio suo, ed egli fecero il suo comandamento, e fugli fatto uno grande letto su nel palagio deio re.


XXIII. — Ma se alcuno mi domanderae se lo re Languis conosciea T. o sapea di sua cundizione, io dirò di noe. E appresso a queste parole, lo re fece venire sua figliuola, quale avea nome Isaotta la bionda; e imperciò si chiamava Isaotta la bionda imperciò ch’avea li suoi capegli si biondi che non paríano se non oro finissimo. E ella iera tanto bellissima e tanto avenante di sua persona piú che neuna altra che fosse a quel tempo. E lo re disse: «Figlia, qui hae uno cavaliere inaverato e è cavaliere aventuroso, e perciò voglio che tue si ti procacci di lui guerire». E Isotta incontanente si andoe a T. e incominciogli a ponere mente le fedite, incontanente si fece trovare quelle cose che a lei parea che bisognassero ale fedite di T. E quanto piú medicava [Isotta] la bionda le fedite a T. ed egli tanto piú peggiorava. E Isotta, vedendo che T. tuttavia peggiorava, incominciossi fortemente a dolersi, e comandoe che T. si fosse portato di fuori al sole; e fue fatto ciò che comandoe. E Isotta disse: «Cavaliere, se la tua fedita è intossicata, al certo sii di guerire; ma s’ella non è attossicata, non ti potrò guerire». Allora gl’incomincia a guardare la fedita, e tanto la riguarda in suso e in giuso che trovoe si come la fedita iera attossicata. Ed allora si gli disse: «Cavaliere, al certo sii di guerire, ché lo ferro col quale tu fosti ferito si fue attoscato».


XXIV. In questa parte dice lo conto che Isotta si procaccia assa’ pur di trovare tutte le cose che a questa fedita fanno mistiere, e fece venire erbe e fae impiastri e pogli sopra la fedita, sí che T. si sentia in poca d’ora meno dolore. E disse: «Damigella, questa medicina pare che mi guerisca». Ma tanto si procaccia Isotta che guerio T. E dissegli: «Cavaliere,