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30 | la leggenda di tristano |
morire che di guerire. Ma molto è doloroso lo re Marco e
tutti li suoi baroni dela partenza di T., e diciano tutti comunemente che se T. muore, Cornovaglia è distrutta. Ma T., lo
quale è con Governale nela nave, andando per tutto lo die
ch’è molto bello tempo; ma la notte vegnendo sí si comincioe
una molto grande tempesta nel mare, e T. sí si lascia pur
portare al tempo; ma grande temenza hanno di morte. E tanto
istettero in mare e sostennero pene e dolore assai. E una notte
si arivarono a terra, e Governale, vedendo la terra, disse a
T.: «Noi siamo presso a uno castello molto bello e forte».
E T. incominciò a ringraziare Iddio che l’avea messo a terra.
E allora comanda a Governale che debia legare la nave ad
altri legni che sono nel porto.
XXII. — Or dice lo conto che T. e Governale istettero in mare VIIII mesi. E se alcuno mi domanderae lá ove arivò T., io diroe ch’arivò in Irlanda ala corte del re Languis, lo quale iera cognato del’Amoroldo, il quale morio dela fedita che T. gli diede. E dappoi che la nave di T. fue aconcia ed egli si prese l’arpa e incominciò a sonare. Ed iera presso a giorno e sonoe tanto dolcemente che lo re Languis l’udíe infino nela camera sua. E intendendo lo suono dell’arpa, parveli tanto dolce a udire che si levoe del letto e vestisi e venne ala finestra, la quale è sopra lo porto del mare, e quivi istette tanto quanto T. sonò. E dappoi ch’ebe lasciato T. di sonare, mise uno grande grido e disse: «Oi lasso me, morrò io in cotale maniera?». E queste parole intese bene lo re Languis e incontanente si chiamoe IIII damigelli e disse loro: «Andate laggiuso dal porto e domandate chi è quegli c’hae sonato». E li damigelli vennero e fecero quello comandamento. E lo re non si potte attenere e venne di dietro con altra gente assai, e venne a T. e salutollo cortesemente; ed egli gli rendeo suo saluto. E lo re disse: «Onde siete voi?». E T. disse: «Sono uno cavaliere aventuroso di lontano paese, e ora per disaventura si fui ferito e non truovo neuno aiuto del mio male». Ed allora rispuose lo re e disse: «Dappoi che tu se’