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la leggenda di tristano 29


che neuna persona non puote venire a me, e imperciò voglio che tu vadi al re Marco e debilo pregare da mia parte, ché io mi voglio partire dela corte e andare a istare nelo palagio, Il quale è sopra la riva del mare». Dappoi che Governale ebe dette queste parole alo re, e elli si fece prendere una bara cavalcarese e fecelo ponere alo palagio ch’è sopra la riva del mare. Ma T. non truova neuno consiglio del suo male, e disse a Governale: «Portami ala finestra, ch’io voglio vedere lo mare». E Governale disse che no lo vi porterebe giá; imperciò ch’egli avea paura che non si gittasse in mare.


XX. — Ma se alcuno mi domanderae perché T. volea andare ala finestra, io diroe ch’egli si volea disperare. Ma dappoi ch’egli vide che non vi potea andare, disse a Governale: «Vami per lo re Marco e digli che vegna a mee». E Governale si andoe a lui e disse: «Re Marco, T. vi manda a dire che voi gli vegnate a parlare». E lo re montoe a cavallo, e andò a lui. E T. gli disse: «Re Marco, dappoi ch’io non posso trovare guerigione in questo reame, e’ m’è venuto in volontade di cercare mia aventura. E imperciò vi voglio pregare che voi mi dobiate fare fare una bella navicella e mettere ivi entro fornimento per un anno». E lo re disse che questo fará egli volentieri. E allora fece fare la nave molto bella e fecela tutta dipignere e misevi entro fornimento per un anno, si come detto avea, e T. vi fece mettere sua arme e fecevi mettere l’arpa e la vivola. E appresso si fece portare egli ala nave, e lo re Marco e tutti li suoi baroni l’acompagnarono ala nave. E dappoi che T. si partío dalo re e prese commiato da tutti li baroni, e lo re incominciò a piagnere. E T. rizzoe la vela al vento e lo tempo ebbe buono per andare in sua via. E lo re Marco e li suoi baroni istettero tanto in sula riva del mare, infino a tanto ch’eglino poteano vedere la nave di T., e poi tornarono a Tintoil.


XXI. — Ma se alcuno mi domanderae perché [T.] introe nella nave, io diroe che egli v’introe piú per intendimento di