e appresso Tristano disse: «O gentile reina, dolce mia dama
e corale mio amore e leale mio conforto, venuto è lo tempo
che lo tuo Tristano no’ puote piú vivere. Or come farete voi
dopo la mia morte? Lasceretemi voi in tale maniera dipartire
da voi? Or, ché no’ mi fate compagnia, acciò che le nostre
anime sieno insieme in quello altro mondo? E io ho fede e
speranza i’ Dio, che ci ará misericordia delle nostre offese».
E la reina, udendo il dolce parlare di Tristano, per lo grande
dolore cadde in terra tramortita, e non si sentia né polso né
vena; e lo suo viso colorito quanto la rosa, era pallido e
oscuro e mortificato, ed era sanza neuno conforto. E sentendosi, di lei uscí boci sottili, dicendo: «Amor mio Tristano,
per voi mia vita sará poca. Imperò vi priego che voi no’ lasciate dopo voi questa dolente, la quale per voi è presso al
morire; la quale morte molto desidero, dappoi che la vita voi
abbandona; la quale morte mi sará vita, essendo io nella vostra leale compagnia». E a quel punto, Tristano si volta inverso lo re Marco, dicendo: «Sire, ora non sono io piú quello
Tristano lo quale voi tanto ridottavate; ché oggi ará fine la
grande guerra che in fra voi e me è stata: e ciò è intervenuto
per uno solo colpo che m’avete donato. Ma quello ch’è suto,
no’ può essere altro; e io sí ve lo perdono, acciò che Iddio
perdoni a me ogni offesa». E voltandosi d’intorno, a tutti
domandava perdonanza, dicendo: «Signori, io vi raccomando
a Dio; e la mia anima vi sia raccomandata». E appresso disse:
«O crudele dolore, lo quale passi ogni altra pena! Ché non
è la metá dolore il dipartire, che lo lasciare». Al detto punto,
Tristano si rivolge inverso la reina Isotta, dicendo: «Dolce
mia dama, deh piacciavi di farmi compagnia e di morire meco,
acciò che l’uno non senta dolore per l’altro». E la reina Isotta
disse: «Dolce mio amore Tristano, ciò fo io volentieri, e
sanza me voi non vi potrete dipartire; ché io sono giá presso
alla morte, tanto la natura m’è mancata». E Tristano, conoscendo sí come ella malvolontieri rimaneva dopo a lui, sí disse
allora: «O dolce reina, ora m’abbracciate, acciò che mia fine sia
nelle vostre dolci braccia; ché sendo io con voi, non sentirò pena