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appendice 335


dama la fata Morgana si mi manda nello reame di Cornovaglia, perch’io appresenti questa lancia da sua parte allo re Marco, perché egli la porti quando va a cacciare: sappiendo ch’egli con essa trarrá a fine la fiera la quale fa tremare tutte l’altre fiere; e quella fine si ricorderá mentre che il mondo durerá. E sappiate, Cavaliere, che questo fu lo ferro che uccise Onesun mio signore; lo quale ferro vendicherá la morte di mio signore Onesun». E sappiate che la donzella contava a Tristano sua morte: imperò che Tristano con quel ferro uccise Onesun, drudo della fata Morgana; e per altro non mandava ella quella lancia allo re Marco, se non perch’ella trovava che per quello medesimo ferro doveva morire messer Tristano; e cosí fue [che] per quella ragione la fata avvelenò il detto ferro, acciò che non potesse iscampare.

E avendo la donzella contato di sua andata a Tristano, Tristano molto si maraviglia, che amistá era infra lo re Marco e la fata. E a tanto ecco quivi venire Breus sanza pietá lo quale cercava la donzella che parlava con Tristano perché le voleva far villania. Ed essendo giunto, si grida dicendo a Tristano: «Sire Cavaliere, avete voi presa questa donzella sotto la vostra guardia?». E Tristano disse di sí. «E io vi disfido» ciò disse Breus. «Siamo alla giostra!». Ed allora l’uno viene contra all’altro; ma Tristano abbatte Breus disconciamente alla terra. E a tanto ecco ivi giungere Astore di Mare, e disse a Tristano: «Cavaliere, voi mi dicesti ch’eravate di Cornovaglia; ma ciò non dimostra vostra prodezza!».

Ma Tristano a ciò non risponde; anzi se ne va alla donzella dicendo: «Dama, voi siete diliberata da questo cavaliere». Ed ella lo ringrazia assai, e poi va a sua via. Ed essendo Breus rimontato, sí ne va davanti a Tristano dicendo: «Sire Cavaliere, io vi prego che vi veniate a riposare qui appresso, a una mia rocca».

E Tristano tenne l’invito, perché l’ora era tarda; ed allora vi convitano messer Astore. E sappiate che Breus era un cavaliere erante, nipote dello re di Normelanda; e dimorava in quella rocca perch’era contrada assai diserta, e perch’egli