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324 | la leggenda di tristano |
l’attaccavano allo anello dell’uscio, acciò che gli cavalieri i
quali v’arrivassoro, egli truovino loro bisogna. E in tale manera, gli cavalieri a quel tempo sí si metteano alla ventura,
e andavano affrancando il mondo, ed erano serviti; e per loro,
tutte le contrade erano sicure e riposate. (Cap. LVII).
8 . — La Tavola rotonda.
E stando lo re Artus e sua corte, e dimostrando grande allegrezza di quella ritornata; le tavole furono messe, e, donata l’acqua alle mani, sedettono al mangiare, e ciascuno per sé in suo luogo ordinato. Imperò che sapere dovete, che nella corte dello re Artus erano principalmente quattro maniere sedie. Lo primo era appellato seggio periglioso, e li non sedea niuna persona; imperò che Merlino profetezzò che chi vi sedea, tramazzava e magagnavasi d’alcuno membro, salvo se non fosse cavaliere vergine, lo quale per sua verginitade traesse a fine le avventure dello Sangrandale (e questi fue messer Galasso, figlio di messer Lancialotto; lo quale giá era nato e allevavasi a uno grande munistero di dame): el secondo, seggio reale; e quivi sedeva lo re Artus: e ’l terzo, seggio avventuroso; e qui sedevano gli cavalieri della aventura, gli quali nelle grandi festivitá non si poneano a tavola se non aveano novelle nuove, e non rifiutavano battaglia; e ’l quarto era seggio minus proides e qui sedeano cavalieri gli quali per alcuno accidente non si metteano in avventura. E queste quattro maniere erano in una grande sala del palagio, tutta dipinta e storiata a dame e a damigelle e ad altre nobili figure; e nel mezzo della sala era una grossa colonna di diaspro, fatta a tre partite; e nel terzo di sotto aveva trenta cannelle a oro e argento, le quali sempre rendeano acqua rosata per lavare gli loro visaggi; e a ogni cannella si aveva una benda di seta candidissima e bianca; e nel terzo di mezzo erano ordinati nobili e begli specchi da specchiarsi; ed al terzo di sopra aveva lettere intagliate, le quali diceano in tale maniera: «A tutti gli cavalieri erranti