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la leggenda di tristano |
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E al terzo giorno l’Amoroldo fue armato a cavallo e tutti li
suoi cavalieri l’acompagnarono infino ala riva del mare. E
allora T. prende le sue arme e monta a cavallo in su quello
distriere che Belicies gli mandoe, e lo re Marco l’acompagnoe
e tutti gli altri cavalieri con lui. E quando fue ala riva del
mare e l’Amoroldo entra nela sua navicella con suo cavallo
e fue al’isola e legoe la sua navicella. E dappoi entra T. nela
sua navicella col suo distriere, e quando fue giunto al’isola
e Tristano caccia la sua navicella per mare. Disse l’Amoroldo:
«Perché hai cacciata la tua nave per mare?». E Tristano disse:
«Perché l’uno di noi dee rimanere qui morto in questa isola
e quegli che vincerae potrá bene tornare in una nave». E allora montano a cavallo ambodue [li] cavalieri. E l’Amoroldo
disse a T.: «Io ti voglio perdonare questa battaglia, perché
io veggio che l’hai presa per giovanezza e per poco senno
che tu hai». E Tristano disse al’Amoroldo: «Se tu vuogli
rifiutare lo trebuto alo re Marco, lo quale tu gli domandi,
io lasceroe questa battaglia e non combatteroe teco. E se
tu non vuogli rifiutare lo trebuto, noi compieremo nostra
battaglia». Allora rispuose l’Amoroldo e disse: «Quello ch’io
t’ho detto, io il ti dicea perché tu mi pari troppo giovane
cavaliere, ma non perch’io voglia lasciare lo trebuto ch’io
abbo a ricevere». E allora disse T.: «E dunqua non fae bisogno parlamento intra noi due». Ed allora sí si diffidano e
dicegli T.: «Cavaliere, guardati da me, ch’io ti disfido dela
persona». Allora sí si dilungano li cavalieri l’uno dall’altro
e vegnosi a fedire l’uno contra l’altro e fegosi dele lancie e
sí si fierono per li visaggi, sí che ciascuno andoe in terra de’
cavagli e li cavagli rimasero sopra lo corpo de’ cavalieri. E
ciascheduno sí si duole assai di questa caduta e l’uno piú che
l’altro e T. n’hae peggio. E di questo colpo molto si maraviglia l’Amoroldo, del colpo che T. gli hae dato, e dice infra
se istesso che unqua per uno cavaliere no li toccoe sí grande
colpo. Ma apresso di queste parole sí si rilevano trambodue
questi cavalieri. E rivegnono l’uno inverso l’altro e mettono
mano ale spade, e l’Amoroldo ferio a T. sopra lo scudo e