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la leggenda di tristano 27


E al terzo giorno l’Amoroldo fue armato a cavallo e tutti li suoi cavalieri l’acompagnarono infino ala riva del mare. E allora T. prende le sue arme e monta a cavallo in su quello distriere che Belicies gli mandoe, e lo re Marco l’acompagnoe e tutti gli altri cavalieri con lui. E quando fue ala riva del mare e l’Amoroldo entra nela sua navicella con suo cavallo e fue al’isola e legoe la sua navicella. E dappoi entra T. nela sua navicella col suo distriere, e quando fue giunto al’isola e Tristano caccia la sua navicella per mare. Disse l’Amoroldo: «Perché hai cacciata la tua nave per mare?». E Tristano disse: «Perché l’uno di noi dee rimanere qui morto in questa isola e quegli che vincerae potrá bene tornare in una nave». E allora montano a cavallo ambodue [li] cavalieri. E l’Amoroldo disse a T.: «Io ti voglio perdonare questa battaglia, perché io veggio che l’hai presa per giovanezza e per poco senno che tu hai». E Tristano disse al’Amoroldo: «Se tu vuogli rifiutare lo trebuto alo re Marco, lo quale tu gli domandi, io lasceroe questa battaglia e non combatteroe teco. E se tu non vuogli rifiutare lo trebuto, noi compieremo nostra battaglia». Allora rispuose l’Amoroldo e disse: «Quello ch’io t’ho detto, io il ti dicea perché tu mi pari troppo giovane cavaliere, ma non perch’io voglia lasciare lo trebuto ch’io abbo a ricevere». E allora disse T.: «E dunqua non fae bisogno parlamento intra noi due». Ed allora sí si diffidano e dicegli T.: «Cavaliere, guardati da me, ch’io ti disfido dela persona». Allora sí si dilungano li cavalieri l’uno dall’altro e vegnosi a fedire l’uno contra l’altro e fegosi dele lancie e sí si fierono per li visaggi, sí che ciascuno andoe in terra de’ cavagli e li cavagli rimasero sopra lo corpo de’ cavalieri. E ciascheduno sí si duole assai di questa caduta e l’uno piú che l’altro e T. n’hae peggio. E di questo colpo molto si maraviglia l’Amoroldo, del colpo che T. gli hae dato, e dice infra se istesso che unqua per uno cavaliere no li toccoe sí grande colpo. Ma apresso di queste parole sí si rilevano trambodue questi cavalieri. E rivegnono l’uno inverso l’altro e mettono mano ale spade, e l’Amoroldo ferio a T. sopra lo scudo e