Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/328

322 la leggenda di tristano


rossa. Appresso, gli cavalieri si riposano del terzo assalto; e riposati alquanto, sí ricominciano loro crudele battaglia, combattendo molto crudelmente ciascuno; e ognuno di loro era piú contento di morire, che di rimanere perdente. E a terra erano andate le loro visiere degli loro elmi, sicché giá egli si poteano avvisare in viso, e l’uno molto si maraviglia de l’altro di loro forza; e giá non aveano scudi in braccio. E a quel punto, lo cavaliere si trae alquanto in dietro, dicendo a Tristano: «Sire, per mia fé, noi ci siamo tanto combattuti, che presso siamo al morire; e però, quando a voi piacesse, io vorrei sapere vostro nome, e io vi dirò il mio. E questa è cosa ragionevole, che l’uno sappia lo nome dell’altro; imperò, se niuno di noi scamperá vivo, saprá cu’ egli ará tratto a fine». E Tristano disse: «Cavaliere, in niuna maniera potreste sapere mio nome, e non ho cura di sapere il vostro; salvo se voi non mi dite innanzi per che cagione voi domandaste della reina Isotta». E lo cavaliere disse a messer Tristano: «Se io credessi che voi fossi sí leale amico di Tristano, che perfettamente amaste suo onore, io certo ve lo conterei». Tantosto Tristano rispose, e disse: «Cavaliere, per mia fé, io credo veramente essere lo migliore amico che Tristano abbia al mondo». E lo cavaliere disse: «Ciò non credo io veramente; però che Tristano ha uno suo liale e buono amico nello reame di Longres, lo quale egli non vidde mai, e sí lo ama quanto se medesimo, o piú, per amore di cavalleria. E io sono quello che amo messer Tristano per amore di sua gran bontade e buona nomèa; e per amore di Tristano, io amo la reina Isotta come mia suora carnale. E sacciate, cavaliere, che io sono appellato Lancielotto, figliuolo dello re Bando di Benuicche; e partomi dello reame dello re Artú e di sua corte, solo per vedere Tristano; e sono fermo di non tornarvi mai, se io prima nollo veggio». Intendendo Tristano come questi era Lancialotto, il quale egli avea tanto disiato di vedere, di questo fue molto allegro, e subito prende lo brando suo per la punta, e sí lo porge a Lancialotto per lo tenere dicendo: «Bel sire Lancialotto, io sono qui vostro