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appendice 321


presso di lui?». E a quel punto, Tristano tutto si turbò; dicendo: «Cavaliere, la reina Isotta, perché la menzonate voi?». E lo cavaliere disse: «Perché io la ricordi e menzoni, di ciò non avete voi niente che fare; ché voi non siete sacerdote a cu’ io dico gli miei peccati». E Tristano dice: «In qual parte avete voi veduta la reina Isotta, che tanto la mentovate?». E lo cavaliere disse: «Io non so dove io la vedessi mai, ma molto l’amo e amerò di buono cuore». E di quelle parole Tristano tutto se ne scolorí, dicendo: «Cavaliere, non sia piú parole in fra noi: prendete del campo a vostro piacere, ch’io sí vi disfido». E a quel punto, uno borgese se ne vae allo re Marco e còntagli sí come appresso allo petrone Tristano avea impresa una battaglia incontro uno cavaliere errante. E allora lo re e tutti li suoi baroni e cavalieri vanno tantosto al prato per vedere. Ed essendo gli due cavalieri disfidati, l’uno si dilunga da l’altro, e vannosi a ferire delle lance, e donaronsi due grandissimi colpi, sicché le lance si briciano in piú pezzi, e gli cavagli trascorrono; e gli cavalieri si percuotono di scudi e di visaggio per sí grande forza, che ruppono cinghie e pettorali, e con tutte le selle andarono alla terra, e giaceano che quasi non si sentiano; e appresso di loro, amendue gli loro destrieri quivi caddono morti. E a quel punto, Tristano destramente si leva suso primamente; e vedendo morto suo buono cavallo, ne fue di ciò molto dolente. Ma non di men’egli appella suo combattante alla battaglia; e egli si drizza in istante, e mettono mano alle spade, e cominciano una crudele battaglia; e dannosi grandi colpi e pesanti, sicché in grande parti risonavano; e in poca d’ora gli loro scudi n’erano piú pezzi in terra, e molte delle loro armi erano affalsate e trinciate. E nel secondo assalto, tutti gli loro elmi erano guasti e affalsati, e le loro carni erano molto allividite, e ancora di sangue a ciascuno era assai uscito. E lo re Marco e gli suoi baroni molto si maravigliano degli due cavalieri, veggendoli tanto bene fare; e molto gli lodano, quanto piú possono. Nel terzo assalto, ciascuno avea fedite assai, e aveane di loro sangue assai alla terra, e tutta era