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316 la leggenda di tristano


Tristano morire a sí fatto torto; e vedendolo tanto bello e adorno e giovane cavaliere, e abbiendolo medicato e campato ella della morte, sí lo teneva quasi per uno suo cavaliere. E per tale convenente la volontá non la lascia piú sofferire; anzi si dirizza in piede, dicendo queste parole allo re: «Padre e signor mio, io non domandai giá mai né a voi, né a niun’altra persona veruno dono; e per tanto, padre, io ve n’addomando uno, e priegovi che questo mio primo per voi non mi sia negato, anzi me lo dobbiate liberamente fare». E lo re disse: «Figlia, ora addomanda, ché tutto arái quello che ti piace; e sono apparecchiato di farlo»; credendo lo re, che Isotta venisse da parte della reina per fare morire Tristano. Allora la pietosa bionda Isotta: «Padre mio, disse, io vi priego per lo solo Iddio, e per lo vostro onore, voi non mettiate vostra bontá e magnificenzia a priego che fatto vi sia, per lo quale voi vi partiste dalla ragione e dalla somma giustizia; però che fino a qui per tutto l’universo si puote dire di vero, che la giustizia mai per voi non fu affalsata. E sí vi ricordo, che voi siete re; e re non è altro a dire che scudo e lancia e elmo; cioè, capo, guida, mantenimento di vera giustizia, difenditore della veritá. E però, se voi farete morire Tristano, lo vostro grande onore acquistato per lungo tempo, oggi lo vi perderete, padre mio; ché a falsare la giustizia, e a fare contro alla vostra coscienza medesima, acqua non lava, né cuopre mantello. E sapete bene, se voi vi infingete di non saperlo, che Tristano non uccise l’Amoroldo a tradimento; anzi sapete bene, per lo detto dello Amoroldo medesimo e anche degli suoi baroni, ch’ella fu battaglia bene e lealmente tra loro ordinata dell’una parte e dell’altra. Ora, se l’Amoroldo perdé la battaglia e fu morto, Tristano a che tradimento è tenuto? E se volete dire, che voi non credete che Tristano avesse avuta tanta balia né tanta possa, e che la etade sua non lo dava, adunque dovete credere che la sia maggiore cosa cento cotanti ad abbattere Palamides con tutto suo destriere, e di mettere in isconfitta lo re di Scozia, che non fu di mettere a morte lo Amoroldo. Onde io v’addomando il