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appendice 313


Lotta sua sorella lo vidde cosí inaverato, ebbe grande dolore; e si lo prese a medicare, però ch’ella era la migliore medica del mondo, e niuna persona di medicare si trovava fina quant’ella era la reina Lotta. E fece tanto, che in quindici di ella gli trasse la punta della spada della testa. E appresso l’Amoroldo non potè scampare, che pure in fine egli se ne pur mori. E di lui rimase uno picciolo figliuolo, al quale lo re Languis d’Irlanda, marito della reina Lotta, puose nome Amoroldino novello, per rimembranza del buono Amoroldo. (Capp. XVII e XVIII).

4. — Tristano in pericolo di vita.

Manifesta la vera storia, che dimorando messer Tristano nella corte de lo re Languisse, ed essendo ritornato dal torneamento dello re di Scozia, egli si fa fare un bagno, perché molto si sentiva doglioso sí delle percosse ricevute e per lo affanno durato. E Tristano era bene servito da donzelli e da altra gente, e molto l’onoravano. E venendo il terzo giorno, che Tristano torna nel bagno, vennegli lasciata aperta la sua camera per dimenticanza, e la sua spada lasciò sopra lo letto suo, ov’egli dormiva; la quale spada era tutta bene fornita a oro e ad ariento nobilmente, con molte pietre preziose. E a quel punto uno scudiere entrò nella camera, vedendola aperta; e vedendo la spada in sullo letto, vi puose su le mani; e riguardava, perch’ella era tanta bella. In su quel punto, medesimamente passava quindi la reina Lotta; e vedendo lo scudiere, che toccava la spada di Tristano, missesi avanti ella, e puosevi suso le mani, e trassela fuori, con dicendo: «Ecco la piú nobile e la piú bella spada, che giá mai io vedessi a persona veruna». E per tale maniera, ella la trasse tutta fuori; e riguardando verso la punta, e vedendola spuntata, di ciò si fa meraviglia; e in quel punto ella si risovvenne della punta di spada, ch’ella avea tratta della testa allo Amoroldo suo fratello. E allora, tantosto andò alla sua camera, e aperse