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appendice 309


pagato per ragione, né con giustizia, ma hánnolo pagato per paura, e per forza ch’è stata fatta loro. Sí che, domandando l’Amoroldo lo tributo per sua possanza, e non per altra ragione che egli abbia, noi non lo vogliamo pagare, né osservare la legge antica degli imperadori, che per loro forza e potenzia signoreggiavano il mondo; ma osservare vogliam la legge di Dio, al quale piace, non per potenzia ma per ragione e per giustizia si posseda, ma non per forza o per rapina, faccendo obrigare le genti e’ paesi indegnamente. E se lo Amoroldo altro volesse dire, io lo appello alla battaglia; e mostrerògli per forza d’arme, che niuno tributo da noi non debbe ricevere: ma quello, il qual’egli hae alito per tempo passato, lo debbe ristorare e rendere». E gli ambasciadori dissono: «Messere, quello che ha detto lo vostro donzello dicelo egli con vostra volontá?». E lo re disse: «Certo sí». E gli ambasciadori dissono a Tristano: «Cavaliere, chi siete voi, che contro a l’Amoroldo prendete battaglia? imperò ch’egli non interrebbe in campo se non contro a cavaliere di legnaggio». E Tristano disse allora: «Signori, sacciate che per tale convellente la battaglia non puote giá rimanere: ché se l’Amoroldo è cavaliere, e io sono cavaliere; e s’egli è figliuolo di re, e io figlio di re per tale manera, ché lo re Meliadus fue lo mio padre». E a quel punto gli ambasciadori tornarono a l’Amoroldo, e contarongli l’ambasciata: sí come uno cavaliere novello volea difendere lo tributo per battaglia. E lo Amoroldo disse: «Sed egli è novello cavaliere, io novellamente lo farò morire. E perché io la battaglia allegramente accetto, sí gli appresenterete da mia parte questa spada, la quale sí è la migliore del mondo: e fue da prima dello grande Tartaro, e io la conquistai nelle lontane isole, quando trassi a fine lo grande gigante Terturiale, il quale la portava al suo costato. E ditegli, che per lo suo amore e ardire io gliele presento: imperò ch’io non credeva, che nello reame della viltade fosse cavaliere che di battaglia si travagliasse; e ditegli dove gli piace che nostra battaglia sia». E sappiate che l’Amoroldo donò sua spada a Tristano, perché ella era troppo pesante, faccendo egli questa