Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/309


appendice 303


foe certo che, se io credessi che voi foste tanto prode quanto altri vi tiene, io vi metterei alla piú alta ventura e alla piú nobile, che giá mai niuno cavaliere traesse a fine». E lo re dice: «Dama, io per me non sono prode; ma, se a voi piace, io verrò con voi e, per vostro amore, sí faroe mio podere d’arme». E la dama dice che molto le piaceva. E allora lo re Meliadus se ne vae colla donzella; e tanto cavalcano per uno picciolo sentiero, che, a mezza notte, furo arrivati a uno bello castello, il qual era appellato la Torre dello Incantamento; ed era di questa dama, che era appellata la Savia Donzella. Ed essendo smontati, la donzella sí prende lo re per la mano, e sí lo mena in una camera, la quale era fatta per tale incantamento che, essendovi dentro lo re, non si ricordava della reina Eliabella sua dama, né non si ricordava di niuno suo barone, né cavaliere, né ancora di suo reame; e tutto il suo pensiere sí era nella donzella, la qual’egli si vedea davanti; e prendea di lei tutto suo diletto e piacere, e a nulla altra cosa ponea cura, né avea pensiero. E li baroni suoi, cioè coloro ch’erano stati con lui alla caccia, l’andavano cercando e chiamando per lo diserto; e, non trovandolo, si chiamavano i piú tristi del mondo e non finivano di lamentarsi, dandosi malinconia molta; e tutta quella notte stettono in grande pianto: e cosí l’andorono cercando tre giorni. Non ritrovandolo, fanno uno grandissimo lamento e pianto, e sí ritornano alla cittá. E la reina Eliabella era, per lo suo caro signore, la piú trista dama del mondo, e non finiva di fare lamento, e tutta quella notte stette in tormento e ’n pianto. Al mattino, in compagnia d’una donzella, se ne va al diserto per sapere s’ella potesse trovare del suo signore novella, o s’egli era vivo o morto. E andando in tale maniera cercando assai di lui, non ne truova né trasegna né novella niuna, avvegna non di meno che l’andavano cercando tutti i suoi baroni e cavalieri di quello reame, chi in qua e chi in láe, in ogni guisa; ma non lo possono i’ niuno modo trovare, però che la torre, lá ov’egli era andato, si era nel profondo del diserto. Vero è che a quel tempo la maggiore