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DALLA TAVOLA RITONDA

1. — Nascita e cavalleria di Lancilotto.

Conta la vera storia che stando lo re Bando nella corte dello re Artú ed essendo ritornato dall’assedio della cittá di Lionis e dimorando in tale allegrezza, allora gli venne uno messaggio e contòlli sí come lo re Arandus e Brandino, con loro lignaggio, avevano assediata sua cittá di Benoich e sí come assai baroni e castella se gli erano ribellate. Allora el re Bando, con gran dolore e senza nissuna tardanza, montò a cavallo, nella compagnia di sua dama e di trenta cavalieri, e andonne inverso ’l suo paese. E cavalcando in tale maniera ed essendo gionti in cima della gran montagna e cavalcando inverso il piano, vidde che Benoich, sua cittá, tutta ardeva. E vedendosi prima in tanta altezza ed allora, per quello, éssare divenuto in tanta bassezza, insuperbí di sé medesimo e per la grande malinconia e dolore, el sangue se gli strinse al cuore; sí che la caldezza della superbia e ’l freddo della malinconia consumò il calore naturale, e combattendo il cuore sí che la virtú mancò, e cadde da cavallo tramortito e poco stante morí quasi di subito. E la reina Gostanza, veggendo lo suo marito e signore trapassato di questa vita, ed essendo a quel punto ella gravida di sette mesi, per lo gran dolore che le ricercava la corporatura, in quell’ora parturí e fece uno bello fanciullo; e dopo il suo parto visse tre giorni ed appresso morí. La Dama del Lago, suoro della Fata Morgana, avendo trovato per l’arte di nigromanzia sí come dello re Bando n’era rimasto uno figliuolo e doveva éssare uno pro’