Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/294

288 la leggenda di tristano


venni al disotto; ma di questa fiera battaglia [ove] io sono intrato, oggi in questo giorno serò io menato al transito. Qui non posso io ferire di lancia né di spada, che perciò io possa guarire. Vinto sono in tutto, e è di sí dura maniera colui a cui io mi combatto, che mercé gridare non mi vale nulla guisa, anzi mi conviene morire senza dottanza, ché merzede né preghiera non mi vale né che né come. Unquamai alla mia vita di cavaliere non venni al disopra per forza d’arme, s’elli mi volesse chiamar merzede, che io non n’avesse pietá e merzé. Ma in questa mortale battaglia ove io sono intrato, non mi vale merzé gridare; morire mi conviene per forza, ché giá merzé non trovo. Re Marco, in questo campo m’avete voi messo [al punto] el quale è pericoloso, per uno solo colpo. D’uno colpo solamente sono io ala morte. E quando io veggio ch’elli non puote essere altrementi, io vi perdono volentieri, e Dio ve lo perdoni altresi».


CCXXXV. — Quand’elli ha cosí parlato a re Marco, elli si torna inverso la reina e disse: «Dama, io mi muoio. Venuta è l’ora e’l tempo ch’io non posso piú andare inanzi. Certo tanto mi sono combattuto incontro ala morte, quanto piú ho potuto, mia cara dama. E quando io mi moro, che farete voi? come vivrete voi presso di me? Dama, come potrebbe ciò essere che Y. viva senza T.? Ciò será grande meraviglia, altresí grande come pesce vivere senza acqua, e come del corpo vivere senza l’anima. Cara dama, come farete voi quando io morrò? Non morrete voi con meco? Sí anderá nostra e vostra anima insieme. Amica mia bella, dolce dama, la quale io ho piú di me amata, fate ciò che io credo, che voi moriate con meco, sí che noi moriamo insieme. Per Dio, guardate che questo fatto non sia altrementi». La reina Y., che tanto ha duolo che quasi lo cuore le scoppia, non sa ch’ella si debbia fare né rispondere. «Amico» disse ella «se m’aiuti Idio, e’ non è ora al mondo nulla ch’io sí tosto volesse, come di morire ora con voi, e come di fare a voi compagnia a questa morte. Ma io non so com’io lo posso fare; se voi lo