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la leggenda di tristano | 287 |
mio scudo e mia spada, e loro dite che io sono tristo per
amore di cavalleria, che io muoio sí tosto, piú che io non
faccio per me medesimo». Quando elli ha dette queste parole,
e elli incomincia suo pianto, e poi disse a Sagramor: «Traetevi presso di me, datemi quella spada» ed elli la li diede.
E T. la trasse fuore e incomincia a basciare lo brando e lo
pomo, e apresso bascia lo suo scudo. E poscia disse: «Ai lasso,
come mi grava che io mi diparto da mie arme e che io lasso
sí tosto cavallaria! Elli m’è aviso, se Dio mi salvi, che per
lo corpo d’uno solo cavaliere non potrebbe venire al mondo
maggiore dannaggio, ch’elli averá ora per me. Lasso! perché
finisco io sí tosto?». Apresso bascia altra volta sua spada e
suo scudo, e poi disse tutto piangendo: «Ugiumai v’acomando
io a Dio; ché io non vi posso piú riguardare. Lo cuore mi
crepa di dolore». E poi disse a Sagramor: «Ugiumai potete
prendere le mie arme, lo vi dono mio cuore e mie arme e
in luogo di me l’onorate, e se voi unqua T. amaste, sí l’amate.
Quando voi sete a Camellot, fatele mettere in tale luogo che
ciascheuno cavaliere le veggia, ché tale non mi vide mai in
tempo di sua vita, che quando uderá di me parlare e elli
riguarderá mie arme, che per me faranno molti riguardi e diranno: Pessima e mortale fue l’aventura del colpo, che lo re
li donò. Lo mondo n’è abassato molto villanamente, e tutta
cavallaria ne rimará disonorata. Or vi hoe detto ciò che dire
vi voleva. A Dio siate voi acomandati».
CCXXXIV. — Quando elli ha ditte queste parole, elli si ritorna inverso lo re Marco, e Io comincia a riguardare tutto piangendo. E poi li disse: «Siri, se Dio vi salvi, che v’è aviso di me? Sono io ora quello T., che voi solete tanto dottare? Non vero, colui non sono mica. Io sono T., che per tristizia di cavallaria e del mondo [fui nato]. Oramai sete al sicuro che T. non vi fará giamai dottare, né mai non arete paura di me. Oggi falla lo strifo e la rancura, che tra noi è stata sí lungamente. In fino a qui, mi sono combattuto in cotale maniera, come voi sapete, né unquamai di battaglia non