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la leggenda di tristano 23


novaglia per lo trebuto che dee ricevere di X anni, e se non paghiamo questo tributo, sí saremo distrutti.» Allora disse T.: «Non vi potete voi difendere di queste cose, sí che voi non paghiate questo tributo? Già veggio tanti buoni cavalieri in questo reame e per nomero so che voi siete piú di loro. E dunqua potete voi diffendere lo trebuto». Allora sí rispuose lo cavaliere e disse a T.: «Se tutti li cavalieri di Cornovaglia fossero insieme, non avrebero ardimento di combattere con solo l’Amoroldo». «E dunque» disse T. «e voi pagherete lo trebuto, o vogliate voi o noe. Ma potreste voi avere diliveraggione in alcuna maniera?». E lo cavaliere disse: «Se in questo reame fosse uno sí franco cavaliere d’arme, il quale volesse combattere col’Amoroldo d’Irlanda ed egli vincesse l’Amoroldo per forza d’arme, noi saremo diliverati e non pagheremo lo trebuto. Ma io so bene che in tutto questo reame non hae neuno cavaliere che ardisse di prendere la battaglia co lui, e anzi vorrebero pagare due cotanti trebuti che combattere co lui». Allora rispuose T. e disse ched egli unqua non udío parlare di cosí malvagi cavalieri come quegli di Cornovaglia. E allora si partí T. del palagio e lascia lo re Marco e tutti li suoi cavalieri molto dolorosi. E T. sí si ne andoe nela camera a Governale e disse: «Maestro, io sono venuto per dimandarti [consiglio. Egli è vero che l’Amoroldo d’Irlanda è venuto a domandare] lo trebuto in Cornovaglia. E io abo inteso che per uno solo cavaliere si può diffondere, e in tutta Cornovaglia non hae neuno cavaliere che voglia combattere co lui. E imperciò vorrei quando ti piacesse di domandare alo re Marco che mi faccia cavaliere. E dappoi ch’io sarò fatto cavaliere, dimanderò la battaglia col’Amoroldo d’Irlanda». Allora disse Governale: «Come, vuo’ tu combattere, T., col’Amoroldo d’Irlanda? Non sai tu ch’egli è lo migliore cavaliere del mondo e tu se’ ancora giovane e non potresti ancora d’arme? E imperciò ti consiglio che tu non prendi battaglia co lui». E T. disse: «Maestro, se l’Amoroldo è buono cavaliere, io vorrei che fosse ancora migliore, perché quanto migliore fosse, piú volentieri combatterei co lui». Allora disse