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22 la leggenda di tristano


non fece unqua neuno piú bello damigello di T. E molto si ne parla per tutta la corte di lui, sí che lo re Marco non vuole che lo serva altra persona che T., e tutti gli altri damigelli furono tenuti per neente, dappoi che T. fue venuto.


XV. — Ma se alcuno mi domanderae se lo re Marco conoscea T., io dirò che noe, ched egli non sa suo nome né suo essere. Ma appresso a queste parole lo re Marco andò a cacciare con grande compagna di cavalieri e T. andoe co lui ala caccia, ma tutti gli altri cavalieri né damigelli non pare che sappiano neente dela caccia quanto sapea T. E dappoi che tornarono ala terra e T. incomincia a schermire con cavalieri e con damigelli, sí che in poco tempo non truova T. chi volesse ischermire co lui. E appresso incomincia a cavalcare e a tenere arme con altri damigelli, sí che tutti li baroni di Cornovaglia sí si meravigliano di ciò che facea T.

E istando per uno tempo sí che T. potea avere anni XV e allora venne l’Amoroldo d’Irlanda con grande compagnia di cavalieri, e venia in Cornovaglia per lo trebuto, lo quale avea a ricevere dalo re Marco di X anni. E quegli di Cornovaglia, quando videro le navi del’Amoroldo, incominciarono tutti a piangere e a fare grande lamento, dicendo: «Mare, perché non vieni aguale una tempesta sí grande, che tutte queste navi andassero in perfondo, che tanto dolore non recassero in Cornovaglia?». Molto è dolente lo re e tutta la sua corte di questa aventura. Ma l’Amoroldo prese porto a Tintoil e ismontoe in terra e mandoe tre cavalieri alo re Marco per dimandare lo trebuto di X anni. E quando li cavalieri furono giunti alo palazzo deio re Marco ed e’ dissero: «A te ci manda l’Amoroldo d’Irlanda, lo migliore cavaliere del mondo, che tu t’apparechi di dare lo trebuto ed abilo dato da oggi a tre dí. E se no l’hai dato, si farae ardere tutta la tua terra». E a queste parole non rispuose lo re né neuno cavaliere dela corte. E T., che di queste cose non sapea, dimandoe uno cavaliere e disse: «Dimi, perché istate voi cosí dolenti?». «Perché l’Amoroldo d’Irlanda si è venuto in Cor-