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la leggenda di tristano 271


punto cavaliere nullo, che contra lui osasse imprendere nulla impresa di cavallaria. Che vi dirò io? ch’elli era lo fiore di tutti gli altri cavalieri di Norgales, di cavallaria e di bontade, ed era sí giovene come io v’ho contato, e di sua bontá parlavano li cavalieri e tutta buona gente en la magione del re Artú e in molti altri luoghi. Quando elli vide che loro quatro cavalieri, cioè li loro compagni, ch’erano in tale maniera abattuti, sí monta a cavallo lo piú tosto ch’elli unqua puote. Quando venne al bassare dela lancia, lo cavaliere che io v’ho contato e viene incontra a messer Estor e sí lo fiere per mezzo lo petto, che, voglia messer Estor o non voglia, li convenne ferire ala terra, e fu di quello colpo molto inaverato per lo petto, sí che li convenne soggiornare piú di due mesi, anzi che potesse arme portare. E per questa cagione [convenne] che la compagnia di messer Estor e di messer T. si partisse allora. E perciò se n’andò messer T. in Cornovaglia, ove elli mori sí crudelmente, come noi vi conteremo.


CCXVI. — Cosí fu messer Estor innaverato e abattuto come io v’ho contato. Messer T. abateo lo suo compagno molto crudelemente e feceli una grande piaga dal lato sinistro nel costato, e allora ruppe la sua lancia, onde elli avea li tre cavalieri abattuti. Quando lo figliuolo del re di Norgales vidde ch’elli era diliverato messer T. in cotale maniera di tutte le giostre, elli disse alli cavalieri che quello cavaliere che fu abattuto è pro cavaliere; «e lo cavaliere errante, lo quale ha abattuti tre di noi in cotale maniera, bene è pro cavaliere e bene provato. E fu forte quella giostra, onde lo cavaliere strano fu abattuto, bene ardito e pro cavaliere e d’alto affare». «Voi dite veritá» ciò disseno gli altri. E lo cavaliere che Estor avea abattuto, senza dotta, che Erdes era apellato, era buono e franco cavaliere.

Quando Estor fue abattuto, e elli si leva molto iroso e dolente di grande maniera, perciò che si vide a terra e perch’elli si sente innaverato duramente. A tanto venne messer T. dinanzi a lui e menali lo suo cavallo e disse: «Montate